Il Palchetto Musicale, volgarmente noto come Teatrino, si erge al centro della piazza Garibaldi pavimentata con marmo bigio di Belliemi e circondata da una serie di strutture seicentesche, la Chiesa di San Leonardo il Convento ei Carmelitani e la chiesa del Carmine, il palazzo Tarallo e la chiesa di Dan Rocco la cui facciata è stata letteralmente modificata.
La costruzione del Palco Musicale nella piazza Garibaldi fu decisa nel 1875 dal Consiglio Comunale che diede incarico all’architetto Vincenzo Di Stefano di Santa Ninfa di predisporre il progetto.
Il monumentale palchetto sostituì una precedente vecchia struttura in legno che veniva utilizzata per manifestazioni teatrali, come piattaforma della banda musicale e per le arringhe nelle adunanze cittadine. Essa era addossata alla chiesa di San Leonardo e era stata distrutta nella contemporanea sistemazione del corso dei Mille.
La nuova struttura è stata sempre stata utilizzata come palco su cui si esibiva la banda musicale nelle serate domenicali dei partinicesi o da cui i maggiorenti arringava alla folla per le manifestazioni patriottiche e per i comizi elettorali.
Il palchetto è costituito da un corpo rettangolare con peristilio a colonne scanalate e capitelli compositi. Sul lato lungo prospiciente il corso principale aggetta un frontone tetrastilo con liscia trabeazione e timpano triangolare rubricato in alto da una serie di acroteri metallici.
Il palco, cui si accede da una doppia scalinata laterale, è stato realizzato da maestranze specializzate di Palermo e Trapani e si rifà al filone neoclassico ottocentesco che fu di moda in Sicilia sino alle soglie del XX secolo, ricalcando lo stile corinzio. Gli esempi di riferimento nel palermitano sono i due palchetti della musica del Foro Italico (1846) e di piazza Castelnuovo (1875).
Il capitello, a forma di cesto, è caratterizzato dall’eleganza delle sue foglie d’acanto che lo ricoprono interamente. Nelle esili 18 colonne vi è un elemento nuovo, il “plinto”, che solleva la base dal piano dello stilobate; tale elemento porta più in alto la struttura, ed indica che si tende ad una sempre più libera apertura dell’edificio nella luce e nell’atmosfera. (cfr. L. D’Asaro, Partinico dalle origini alla fine del XIX secolo)